Giurista e uomo politico italiano. Partecipò ai moti rivoluzionari di
Napoli del 1848. Nel 1849 pubblicò un
Manuale di diritto
costituzionale, opera nella quale espresse concezioni progressiste invise
alla polizia borbonica e che gli costò quattro mesi di carcere e due di
domicilio coatto a Ottaviano. Nel 1860 fu nuovamente arrestato per i suoi
rapporti con il rappresentante del Governo sardo a Napoli e fuggì a
Marsiglia, da dove si trasferì poi a Livorno. Dopo l'impresa garibaldina,
P. fu sostituto procuratore generale presso la gran corte criminale di
Napoli. Venne poi nominato segretario generale del dicastero di Grazia e
Giustizia durante la luogotenenza del principe Emanuele di Carignano, ed eletto
deputato nel primo Parlamento del Regno d'Italia. Senatore dal 1871 e
vicepresidente del Senato dal 1889,
P. ricoprì la carica di
ministro dell'Agricoltura, Industria e Commercio durante il primo ministero
Cairoli (1879), di Grazia e Giustizia durante il gabinetto di A. Depretis
(1885), di Stato dal 1914. Insieme a F. Carrara fu uno dei maggiori esponenti
dell'indirizzo classico del diritto penale, che sviluppò sotto
l'influenza della filosofia hegeliana. Concepì la pena come retribuzione
giuridica del reato. Fu anche letterato, filosofo e storico. Tra le sue opere
principali ricordiamo:
Trattato di penalità generale secondo la legge
delle Due Sicilie (1858),
Trattato di penalità speciale secondo la
legge delle Due Sicilie (1859),
Elementi di diritto penale (1865),
Il naturalismo e le scienze giuridiche (1876),
La scuola storica
napoletana nella scienza del diritto (1882),
Manuale del diritto penale
italiano (1893-95),
Manuale del diritto pubblico costituzionale
(1900),
La crisi del diritto penale nell'ultimo trentennio del sec. XIX
(1906),
Il diritto penale in Italia da C. Beccaria fino alla promulgazione
del codice vigente (1906). Curò infine l'
Enciclopedia del diritto
penale italiano (Napoli 1828-1916).